Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17102 del 23 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:17102PEN

Massima

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Il diritto di critica politica giornalistica, pur potendo comportare l'utilizzo di espressioni anche aspre e offensive, è scriminato ai sensi dell'art. 51 c.p. quando non si traduce in un attacco personale al di fuori del contesto della polemica politica, ma si limita a censurare l'operato di amministratori pubblici in relazione a specifici atti o iniziative da essi adottati, purché nel rispetto della continenza espositiva. Pertanto, l'imputazione di qualità negative, come il "razzismo", rivolta a pubblici amministratori in relazione a provvedimenti ritenuti discriminatori, non integra il reato di diffamazione quando si colloca nell'ambito di un confronto dialettico tra schieramenti politici contrapposti, senza trascendere in attacchi alla persona che prescindano dalla vicenda concreta oggetto di critica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6637/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 16/12/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/12/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. FIMIANI Pasquale che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

ud…

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