Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'amministrazione scolastica può legittimamente esercitare il potere di autotutela o di dichiarazione di decadenza, ai sensi dell'art. 75 del D.P.R. n. 445/2000, per escludere un soggetto dagli elenchi provinciali per il conferimento di supplenze al personale ATA e dal concorso per soli titoli di cui all'art. 554 del D.Lgs. n. 297/1994, qualora emerga che l'interessato ha conseguito tali benefici sulla base di una dichiarazione non veritiera circa il possesso dei requisiti richiesti, in particolare l'anzianità di servizio minima di 24 mesi. Tale potere di autotutela o decadenza è legittimo anche in assenza di un previo avviso di avvio del procedimento, in quanto la non veridicità della dichiarazione risulta inequivoca, e trova giustificazione nell'interesse pubblico al ripristino della legalità e alla tutela degli altri aspiranti che possiedono i requisiti prescritti. Il servizio prestato in assenza dei necessari requisiti non può infatti acquisire rilievo ai fini dell'inclusione nelle graduatorie, in quanto qualificato come mera "prestazione di fatto e non di diritto". L'amministrazione, pertanto, non è vincolata al mantenimento di posizioni acquisite illegittimamente, soprattutto quando ciò comporti un pregiudizio per altri concorrenti in possesso dei requisiti.