Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La mancata acquisizione del certificato di prevenzione incendi, obbligatorio per le residenze turistico-alberghiere (R.T.A.) con capacità ricettiva superiore a 25 posti letto, legittima l'amministrazione comunale a vietare l'avvio dell'attività, salvo che il gestore non riduca temporaneamente la ricettività al di sotto della predetta soglia, in attesa di adeguare la struttura alle prescrizioni antincendio. L'acquiescenza del gestore all'obbligo del certificato, manifestata attraverso la riduzione della capacità ricettiva, preclude l'impugnazione del provvedimento interdittivo, rendendo inammissibile il ricorso. Inoltre, l'intervento di un successivo provvedimento interdittivo, fondato su ulteriori carenze della struttura, non impugnato dal gestore, determina l'inammissibilità dell'azione risarcitoria, in quanto il ricorrente non può conseguire alcun vantaggio concreto dall'eliminazione del primo provvedimento.