Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7089 del 23 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:7089PEN

Massima

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Le espressioni offensive e ingiuriose, anche se pronunciate in un contesto di accese discussioni e scambi di opinioni tra le parti, integrano il reato di ingiuria, in quanto lesive dell'onore e del decoro della persona offesa. Tuttavia, perché un'espressione sia ritenuta minacciosa, è necessario che essa sia idonea a ingenerare nella vittima un ragionevole timore di subire un danno, valutato anche in relazione al contesto in cui è stata pronunciata e alle condizioni personali della persona offesa. La prova del reato può fondarsi sulle dichiarazioni della persona offesa, purché siano attentamente valutate dal giudice e trovino riscontro in altri elementi probatori. L'esimente della provocazione può essere esclusa qualora le lamentele della persona offesa risultino fondate sulla base del compendio probatorio. Il giudice, nel determinare la pena, deve tenere conto non solo della gravità del fatto, ma anche delle condizioni personali e patrimoniali dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 793/2010 CORTE APPELLO di MESSINA, del 12/05/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio;
Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) e' stata condannata dal Tribunale di Barc…

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