Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14659 del 12 aprile 2007

ECLI:IT:CASS:2007:14659PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. si configura quando la condotta dell'agente, anche se non accompagnata da una finalità specifica di impedire o ostacolare l'attività del pubblico ufficiale, sia oggettivamente idonea a incutere timore e a turbare il regolare svolgimento delle funzioni pubbliche. Pertanto, la frase pronunciata dall'imputato al vigile urbano, pur priva di una finalità esplicita di impedire l'atto d'ufficio, integra il reato di minaccia in quanto contenente elementi oggettivamente minacciosi e intimidatori, direttamente collegati al compimento dell'atto di servizio da parte del pubblico ufficiale. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà della condotta, a prescindere dalla concreta realizzazione dell'impedimento o dell'ostacolo all'attività del pubblico ufficiale. Inoltre, l'individuazione fotografica dell'imputato, pur essendo un atto ripetibile, può essere validamente utilizzata ai fini probatori quando le dichiarazioni del pubblico ufficiale, che vi fanno riferimento, siano state regolarmente acquisite agli atti del processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE VI PENALE

Composta dagli III.mi Sigg.:

Dott. Giovanni DE ROBERTO Presidente

1. Dott. Saverio MANNINO Consigliere

2. " Francesco SERPICO "

3. " Arturo CORTESE "

4. " Domenico CARCANO "

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso proposto da

Ta.Ba.Ma., n. (...)

avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma in data 6-4-2006;

Visti gli atti, la sentenza denunziata ed il ricorso,

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere F. SERPICO; Udito il Pubblico Minisyero in persona del SPG dr. G. D'ANGELO che ha concluso per: Rigetto del ricorso;Udito il difensore Avv. G. Va. in sost.ne dell'Avv. G. Ri. che ha concluso per:

Accogliere il ricorso;

OSSERVA

Sull'appello propo…

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