Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41900 del 10 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:41900PEN

Massima

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Il peculato commesso da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, mediante l'appropriazione indebita di denaro o altri beni di cui hanno acquisito il possesso nell'ambito di controlli o attività istituzionali, integra un grave reato contro la pubblica amministrazione che lede il principio di imparzialità e buon andamento della stessa. La giurisprudenza è costante nel ritenere che tali condotte, oltre a configurare il delitto di peculato, violano i doveri di fedeltà, diligenza e probità che gravano sui pubblici ufficiali, i quali sono tenuti a custodire e gestire con cura i beni pubblici o privati loro affidati nell'esercizio delle funzioni. La Corte di Cassazione, nel valutare tali fattispecie, verifica la sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato, nonché l'esatta individuazione delle condotte illecite, al fine di comminare una pena proporzionata alla gravità del fatto, tenendo conto anche dell'eventuale continuazione tra più episodi di peculato. Ciò al fine di tutelare l'interesse pubblico al corretto e imparziale svolgimento delle funzioni della pubblica amministrazione, sanzionando con rigore i comportamenti dei pubblici ufficiali che, abusando dei poteri e delle risorse loro affidati, si approprino indebitamente di beni altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 206/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 28/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/10/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Scardaccione E. che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) (in sost. dell'avv. (OMISSIS)), che ha concluso come in ricorso.

FATT…

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