Il ricorso per cassazione avverso la sentenza pronunciata ai sensi dell'articolo 444 c.p.p. è ammissibile esclusivamente per motivi attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto, all'illegalità della pena o della misura di sicurezza irrogate. Tale disposizione si applica a tutte le impugnazioni relative a richieste di applicazione di pena formulate successivamente al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della relativa normativa. Ne consegue che non è consentito il motivo con cui si articola il ricorso proposto dall'imputato, avente ad oggetto il mancato proscioglimento dello stesso ai sensi dell'articolo 129 c.p.p., in quanto estraneo ai limiti di ammissibilità del ricorso per cassazione previsti dalla legge. Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in presenza di profili di colpa nella proposizione del ricorso, anche al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.