Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve dare conto in modo coerente, specifico e logico degli elementi probatori a carico dell'indagato, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità se non sotto il profilo della motivazione, non essendo consentito alla Corte di Cassazione un riesame degli elementi materiali e fattuali della vicenda o una diversa valutazione degli stessi. Ai fini dell'adozione della misura cautelare, è sufficiente l'emersione di qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato, senza che sia necessario il rispetto dei più rigorosi criteri richiesti per il giudizio di merito ai sensi dell'art. 192, comma 2, c.p.p. Inoltre, la configurabilità giuridica del reato di tentato omicidio può essere riconosciuta quando l'azione posta in essere dall'indagato sia stata sicuramente idonea e diretta a realizzare l'evento, che non si è verificato solo grazie alle capacità reattive della vittima.