Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 52729 del 20 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:52729PEN

Massima

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Il peculato è un reato istantaneo che si consuma nel momento in cui il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, entrato in possesso di denaro o altri beni per ragioni d'ufficio, ne dispone arbitrariamente a proprio vantaggio, destinandoli a finalità diverse da quelle pubbliche. Integra il delitto di peculato la condotta del soggetto autorizzato alla riscossione di tasse o tributi che omette di versare tempestivamente le somme di denaro riscosse nell'adempimento della funzione pubblica, anche in caso di semplice ritardo nel versamento, atteso che il denaro entra nella disponibilità della pubblica amministrazione nel momento stesso della consegna all'incaricato dell'esazione. Il concetto di "appropriazione" comprende anche la condotta di "distrazione", in quanto imprimere alla cosa una destinazione diversa da quella consentita dal titolo del possesso significa esercitare su di essa poteri tipicamente proprietari e, quindi, impadronirsene. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, ovvero dalla coscienza e volontà di appropriarsi di denaro o cosa mobile altrui, a prescindere dal fine di trarne profitto. La stipula di una fideiussione a garanzia del versamento delle somme riscosse non esclude la configurabilità del peculato, in quanto tale istituto assume rilevanza solo sul piano civile ed amministrativo, senza incidere sulla consumazione del reato sul piano penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/07/2016 della Corte d'appello di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Alessandra Bassi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Aniello Roberto, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Triest…

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