Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 27541 del 15 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27541PEN

Massima

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Il vincolo associativo finalizzato al traffico illecito di sostanze stupefacenti può essere provato anche attraverso elementi indiziari, quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, le basi logistiche, le forme di copertura e i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive, senza che sia necessaria l'esistenza di un patto espresso tra gli associati, essendo sufficiente desumere la prova del vincolo dalle modalità esecutive dei reati-fine e dalla loro ripetizione, dai rapporti tra gli autori, dalla ripartizione dei ruoli fra i vari soggetti in vista del raggiungimento di un comune obiettivo e dall'esistenza di una struttura organizzativa, sia pure non particolarmente complessa e sofisticata, indicativa della continuità temporale del vincolo criminale. Ai fini della configurabilità dell'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, non è richiesta l'esistenza di un'articolata e complessa organizzazione, connotata da una struttura gerarchica con specifici ruoli direttivi e dotata di disponibilità finanziarie e strumentali per un'estesa attività di commercio di stupefacenti, essendo sufficiente anche un'elementare predisposizione di mezzi, pur occasionalmente forniti da taluno degli associati o compartecipi, sempre che gli stessi siano in concreto idonei a realizzare in modo permanente il programma delinquenziale oggetto del vincolo associativo. Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto anche dalla modalità delle condotte, rivelatrici di capacità delinquenziale e di familiarità con il commercio di sostanze stupefacenti, nonché da alcuni tratti della personalità, come delineati dai precedenti e dai carichi pendenti penali, anche specifici, e dagli attuali collegamenti all'interno di un circuito criminale che di fatto controllava una porzione di territorio della città, senza che sia necessario superare la presunzione di legge circa l'idoneità della misura cautelare carceraria, in assenza di elementi tali da far ritenere l'adeguatezza di misure cautelari meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. FERRANTI Donatella - rel. Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/12/2017 del TRIB. LIBERTA' di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. DONATELLA FERRANTI;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. PERELLI SIMONE che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale di Catania, in funzione di giudice del riesame, ha confermato l'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari dello stesso Tribunale ha applicato a (OMISSIS) …

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