Il reato continuato, ai sensi dell'art. 81 c.p., richiede l'accertamento dell'unicità del disegno criminoso, che non può essere desunto dalla sola identità o analogia delle singole condotte delittuose, ma deve emergere da elementi probatori che dimostrino come le diverse violazioni siano espressione di un'unica originaria ideazione e determinazione volitiva, almeno nelle sue linee essenziali, fin dalla commissione del primo reato, al fine di conseguire un medesimo obiettivo. La mera tendenza a commettere reati della stessa indole, anche se connotati da analoghe modalità esecutive, non è sufficiente a integrare il requisito dell'unicità del disegno criminoso, essendo necessario che tutti gli episodi delittuosi siano riconosciuti come parte integrante di un unico programma deliberato fin dall'inizio. Pertanto, la concessione del beneficio della continuazione in sede esecutiva presuppone l'accertamento di tale unitarietà del proposito criminoso, non potendosi presumere sulla base della sola identità o similarità delle condotte illecite, specie ove vi sia una significativa distanza temporale fra la commissione dei diversi reati.