Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15285 del 8 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:15285PEN

Massima

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Il dolo di omicidio volontario si configura quando l'agente, dopo aver aggredito la vittima, la percuote ripetutamente e con violenza, anche dopo averla rianimata, cagionandone la morte, senza che ricorrano i presupposti della legittima difesa o dell'eccesso colposo. In tali casi, la pluralità e la violenza delle lesioni inferte, nonché il fatto che l'agente abbia ripreso a colpire la vittima dopo averla risvegliata, dimostrano l'intento di uccidere, escludendo la configurabilità dell'omicidio preterintenzionale. Inoltre, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è giustificato dalla valutazione negativa del pregresso profilo criminale dell'imputato, caratterizzato da precedenti per reati violenti, che evidenziano i suoi connotati di pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO F. M. S. - Presidente

Dott. FIORDALISI Domeni - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) DETTO "(OMISSIS)", nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/09/2017 della CORTE ASSISE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. DOMENICO FIORDALISI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott.ssa DI NARDO MARILIA;
Il Procuratore Generale conclude per il rigetto del ricorso;
udito il difensore;
L'avvocato (OMISSIS), difensore fiducia di (OMISSIS) det…

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