Negli esercizi di vicinato legittimati alla vendita di prodotti alimentari, è ammesso il consumo sul posto di prodotti di gastronomia, utilizzando i locali e gli arredi dell'azienda, con l'esclusione del servizio assistito di somministrazione, in quanto la norma di cui all'art. 3, comma 1, lett. f-bis, del d.l. n. 223 del 2006 prevede espressamente tale facoltà, senza imporre alcun divieto o necessità di autorizzazione preventiva. Il tratto distintivo dell'attività di somministrazione, che la differenzia dall'esercizio di vicinato, non risiede nella mera presenza di tavoli e sedute abbinabili, bensì nell'esistenza di un vero e proprio servizio al tavolo da parte del personale del locale, ulteriore e distinto rispetto alla semplice vendita al banco dei prodotti alimentari. Pertanto, in assenza di tale servizio assistito di somministrazione, il consumo sul posto di prodotti di gastronomia, anche avvalendosi di arredi e suppellettili presenti nell'esercizio commerciale, non comporta il superamento dei limiti dell'attività di vicinato, non essendo configurabile una violazione della disciplina di cui all'art. 5 della deliberazione n. 47 del 2018 di Roma Capitale. La complessità ermeneutica della questione giuridica trattata integra le ragioni che per legge consentono la compensazione tra le parti delle spese del doppio grado di giudizio.