Il provvedimento di sequestro preventivo, in quanto misura cautelare reale, è impugnabile mediante richiesta di riesame solo se risulta già eseguito e abbia quindi inciso concretamente nella sfera patrimoniale del destinatario. In assenza di tale presupposto, difetta l'interesse ad agire, essendo il mezzo di impugnazione volto a rimuovere il vincolo reale e ottenere la restituzione della cosa sequestrata. Pertanto, è inammissibile la richiesta di riesame avverso un decreto di sequestro preventivo non ancora eseguito, in quanto in tale situazione non sussiste un interesse concreto ed attuale a proporre l'impugnazione. L'onere di dimostrare la sussistenza dell'interesse grava sulla parte che ha proposto l'impugnazione, non potendosi ritenere sufficiente la mera asserzione del "blocco" dei conti correnti per iniziativa dell'istituto bancario. Inoltre, la mancata esecuzione del provvedimento cautelare, se non risultante dagli atti processuali al momento della discussione in sede camerale, non determina alcuna violazione del principio del contraddittorio, in quanto la sussistenza dell'interesse doveva essere dimostrata dal ricorrente all'atto della proposizione del mezzo di impugnazione.