Cassazione penale Sez. I sentenza n. 41691 del 16 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:41691PEN

Massima

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La condotta penalmente rilevante nel reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non si esaurisce con la messa in mare e l'abbandono, in acque libiche o internazionali, dei migranti stipati in sovrannumero su un'imbarcazione priva di bandiera, inadeguata alla traversata del Mediterraneo in condizioni minime di sicurezza, ma si salda senza soluzione di continuità, sul piano della concatenazione causale, al successivo intervento di soccorso, necessitato dalle stesse condizioni della navigazione e del mezzo di trasporto scientemente apprestate dai trafficanti, e da essi previsto, voluto e provocato proprio in funzione del conseguimento del risultato, costituente lo scopo diretto della condotta delittuosa, di procurare l'ingresso illegale dei migranti nel territorio dello Stato di destinazione, concludendo la traversata grazie al soccorso prestato e al conseguente accompagnamento in Italia tramite le navi dei soccorritori. Pertanto, la parte della condotta, unitariamente considerata, materialmente posta in essere dall'autore mediato ma imputabile, ai sensi dell'art. 54, comma 3, c.p., al soggetto che vi ha dato causa, che si verifica in Italia a partire dal momento in cui il natante fa ingresso, senza soluzione di continuità, nelle acque interne per poi approdare sul territorio nazionale, è idonea a radicare la giurisdizione italiana, in quanto mirata ab origine, fin dalla partenza dalla costa africana, alla creazione e allo sfruttamento di uno stato di necessità, strumentale al risultato perseguito di procurare l'ingresso illegale nel territorio nazionale dei migranti trasportati sul natante utilizzato. Inoltre, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina comporta la presunzione (relativa) di sussistenza delle esigenze cautelari nei confronti dell'indagato, nonché l'ulteriore presunzione di adeguatezza, a tutelarle, della misura inframuraria, salvo che non siano acquisiti, in relazione al caso concreto, specifici elementi dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure diverse da quella carceraria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1811/2014 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 03/12/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza pronunciata il 3.12.2014 il Tribunale di Catania, costituito ai sensi dell'articolo 310 c.p.p., ha rigettato l'appello proposto da (OMISSIS) avverso il provvedimento …

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