Il proprietario di un bene immobile ha diritto al risarcimento del danno per il periodo di occupazione illegittima del suo terreno da parte della pubblica amministrazione, anche in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità. Il risarcimento deve essere commisurato al valore d'uso del bene, quantificato in una quota del valore venale, rappresentato dall'interesse del 5% annuo sul valore venale del bene determinato secondo i criteri di cui all'art. 37 del d.p.r. 327/2001, con riferimento al momento di cessazione dell'occupazione illegittima, oltre interessi legali dalla stessa data fino al soddisfo. Tale criterio di quantificazione del risarcimento, previsto dall'art. 42-bis, comma 3, del d.p.r. 327/2001 per le ipotesi di acquisizione sanante, è applicabile anche ai casi di occupazione illegittima, in conformità all'orientamento giurisprudenziale prevalente, in quanto volto a ristorare il danno effettivamente subito dal proprietario per la perdita dei frutti civili del bene. L'onere della prova circa l'avvenuto pagamento del risarcimento grava sulla pubblica amministrazione che eccepisce l'estinzione del diritto del proprietario.