Il provvedimento amministrativo che limita i diritti e le libertà individuali deve essere adeguatamente motivato sulla base di una compiuta istruttoria, che accerti in modo circostanziato il concreto coinvolgimento del destinatario in fatti rilevanti per l'ordine e la sicurezza pubblica. La mera genericità della motivazione o l'assenza di elementi probatori sufficienti a dimostrare la pericolosità sociale del soggetto comportano l'illegittimità del provvedimento, in quanto lesivi del principio di proporzionalità e del diritto di difesa. L'Amministrazione, pertanto, è tenuta a svolgere un'adeguata attività istruttoria, valutando con rigore tutti gli elementi di fatto e di diritto rilevanti ai fini dell'adozione di misure limitative della libertà personale, al fine di bilanciare correttamente l'interesse pubblico alla sicurezza con le situazioni giuridiche soggettive del destinatario del provvedimento. Solo in presenza di una motivazione puntuale, sorretta da una compiuta istruttoria, il provvedimento restrittivo può ritenersi legittimo e proporzionato rispetto alla finalità perseguita.