Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9226 del 24 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9226PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata si configura quando l'agente, con artifici o raggiri, induce in errore la parte offesa, procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Tale reato può concorrere con il reato di frode nelle pubbliche forniture, che non richiede artifici o raggiri né un evento di danno per la parte offesa, essendo sufficiente la dolosa inesecuzione del contratto pubblico di fornitura di cose o servizi. Pertanto, ove ricorrano gli elementi caratterizzanti sia la truffa che la frode nelle pubbliche forniture, è configurabile il concorso tra i due delitti. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura cautelare reale, ha l'obbligo di motivare adeguatamente in ordine alla sussistenza degli elementi costitutivi dei reati contestati, senza limitarsi ad affermazioni immotivate che rendano il provvedimento privo dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE;
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 04/10/2016 del TRIB. LIBERTA' di FIRENZE;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IGNAZIO PARDO;
lette le conclusioni del Procuratore Generale che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con ordinanza in data 4 ottobre 2016 il Tribunale per il riesame di Firenze accoglieva l'istanz…

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