Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13559 del 4 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:13559PEN

Massima

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Il reato di ingiuria è integrato dalla pronuncia di espressioni offensive, anche in dialetto, nei confronti di una persona, qualora siano pronunciate con la consapevolezza della loro portata denigratoria e siano percepite dalla persona offesa, a prescindere dal comportamento di quest'ultima, anche se provocatorio, poiché tale comportamento non può comunque assurgere a causa di giustificazione della condotta ingiuriosa. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve dare prevalente rilievo alle dichiarazioni di soggetti professionalmente qualificati, come i pubblici ufficiali intervenuti sul luogo, rispetto alle diverse ricostruzioni fornite dalle parti, purché siano coerenti e prive di vizi logici. La richiesta di acquisizione di prove documentali da parte della difesa, se ritenuta irrilevante dal giudice di merito senza che ciò sia oggetto di specifica censura in sede di impugnazione, non determina nullità della sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1/2009 TRIB.SEZ.DIST. di CINQUEFRONDI, del 02/12/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALLA Stefano;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO Luigi che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Pe. Ro. ricorre avv…

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