L'Amministrazione regionale, nell'esercizio del potere di approvazione del piano regolatore generale (P.R.G.) adottato dal Comune, non è vincolata ad accogliere le osservazioni formulate dai privati e accolte dal Consiglio comunale, in quanto l'accoglimento di tali osservazioni da parte dell'Ente locale non determina una corrispondente modificazione del P.R.G. stesso, che richiede una nuova, ulteriore deliberazione consiliare. L'Amministrazione regionale può, pertanto, approvare il P.R.G. nella versione originariamente adottata dal Comune, senza essere tenuta a fornire una specifica motivazione in ordine al mancato recepimento delle osservazioni accolte dal Comune, trattandosi di una mera facoltà di intervento autoritativo officioso non soggetta ad onere motivazionale. Inoltre, l'individuazione delle aree da destinare all'insediamento di attività produttive costituisce soltanto un elemento, pur importante, nell'ambito della pianificazione territoriale finalizzata al generale equilibrio del carico urbanistico, sicché la normativa di cui al D.P.R. 447/1998, relativa alle modalità di individuazione di tali aree, risulta estranea al potere di approvazione del P.R.G. esercitato dall'Amministrazione regionale.