Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13697 del 27 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13697PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura anche quando la minaccia, pur apparentemente legale, è in realtà finalizzata a coartare indebitamente la volontà altrui e a ottenere risultati non consentiti dalla legge. Pertanto, la richiesta di un compenso non dovuto, accompagnata dalla minaccia di impedire il regolare svolgimento di un'asta giudiziaria, integra il delitto di estorsione, in quanto l'atto compiuto non è diretto all'esercizio di un diritto, ma mira illecitamente a condizionare la libertà di determinazione della persona offesa. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve attenersi all'analisi concreta delle circostanze fattuali, senza limitarsi all'apparenza di legalità del comportamento, ma verificando l'effettiva finalità perseguita dall'agente, al fine di accertare se l'azione sia stata posta in essere nell'esercizio di un diritto ovvero con l'intento di coartare indebitamente la volontà altrui. Il sindacato della Corte di Cassazione, quale giudice di legittimità, è circoscritto al controllo della motivazione, che deve essere logica e priva di vizi di travisamento della prova, senza poter procedere a una nuova valutazione del merito della vicenda.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) OT. MA. N. IL (OMESSO);

2) EB. FI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/10/2004 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI DOMENICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Di Casola Carlo che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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