Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di condono edilizio e l'ordinanza di demolizione di un fabbricato abusivo, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il mancato rispetto del termine biennale per la definizione dell'istanza di condono edilizio previsto dall'art. 5, comma 5, della L.R. n. 53/2004 configura un silenzio-inadempimento, che non determina però l'automatica formazione del silenzio-assenso, essendo comunque necessario un provvedimento espresso dell'Amministrazione. 2. L'ordine di demolizione di un manufatto abusivo, in quanto atto vincolato, non necessita di previa comunicazione di avvio del procedimento, in quanto l'Amministrazione non può compiere valutazioni di interesse pubblico sulla conservazione del bene. 3. L'acquisizione al patrimonio comunale, in caso di inottemperanza all'ordine di demolizione, di un'area di sedime superiore al manufatto abusivo è legittima se tale area corrisponde alla corte interna degli edifici, al fine di evitare che l'Amministrazione acquisisca solo il sedime degli immobili senza l'area pertinenziale. Pertanto, il Tribunale ha respinto il ricorso e i motivi aggiunti, ritenendo legittimi sia il diniego di condono edilizio che l'ordinanza di demolizione del manufatto abusivo, con conseguente acquisizione dell'area di sedime corrispondente alla corte interna.