Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27316 del 4 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:27316PEN

Massima

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Il condannato ammesso al regime della detenzione domiciliare, con autorizzazione ad assentarsi da casa per i bisogni quotidiani di vita, che si allontana dal luogo di detenzione per un tempo apprezzabile oltre l'orario consentito, commette il reato di evasione di cui all'art. 385 c.p., senza che possa trovare applicazione l'attenuante prevista dall'ultimo comma della medesima disposizione, la quale presuppone la costituzione in carcere o alla polizia. Ciò in quanto l'art. 47-ter, comma 8, ord. pen. richiama espressamente l'art. 385 c.p., senza prevedere alcuna deroga per gli allontanamenti di breve durata, diversamente da quanto stabilito per altre ipotesi di allontanamento disciplinate dall'ordinamento penitenziario. Il mero ritardo nel rientro, senza animus di allontanamento, può al più configurare la violazione dell'art. 650 c.p., ma non il reato di evasione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

NA. Lu., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 23 giugno 2006 della Corte di appello di Napoli;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. CONTI Giovanni;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

FATTO

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