Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38808 del 24 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:38808PEN

Massima

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Il reato di ingiuria militare di cui all'art. 226 c.p.m.p. richiede la prova dell'elemento psicologico del dolo, che non può ritenersi integrato quando le espressioni offensive, pur essendo oggettivamente ingiuriose, siano pronunciate in un contesto di rapporti interpersonali caratterizzato da eccessiva familiarità e confidenza tra i protagonisti, tali da giustificare un linguaggio più disinvolto e diretto rispetto a quello imposto dal formale rapporto gerarchico, senza che emerga la volontà di offendere l'onore o il decoro del superiore. In tali casi, il fatto non costituisce reato per difetto dell'elemento soggettivo, essendo le espressioni riconducibili a un mero sfogo o a un invito a cessare turbative, ancorché formulato in modo improprio ma comprensibile alla luce dei pregressi rapporti tra i soggetti coinvolti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 52/2014 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 22/10/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata per valutare l'applicabilita' dell'articolo 131 bis c.p. in subordine il rigetto;
udito il difens…

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