Cassazione penale Sez. I sentenza n. 51059 del 18 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:51059PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio è configurabile quando l'agente, attraverso l'utilizzo di mezzi idonei a cagionare la morte della vittima, manifesta in modo inequivoco l'intenzione di uccidere, anche se l'evento letale non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. L'accertamento dell'idoneità del mezzo utilizzato e dell'intento omicidiario dell'agente prescinde dall'entità delle lesioni effettivamente cagionate alla vittima, la quale può aver riportato solo lievi conseguenze in ragione della sua reazione e della sua capacità di sottrarsi all'aggressione. La circostanza aggravante della premeditazione richiede, oltre all'elemento cronologico del trascorrere di un apprezzabile lasso di tempo tra la formazione del proposito criminoso e la sua attuazione, anche l'elemento psicologico della ferma e irrevocabile risoluzione di commettere il reato, che non può ritenersi integrato dalla mera riflessione notturna su come punire la vittima. La circostanza aggravante dei motivi futili, invece, presuppone che la determinazione criminosa sia stata causata da uno stimolo esterno talmente lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, da apparire assolutamente insufficiente a provocare l'azione delittuosa, secondo il comune modo di sentire; tale requisito non ricorre quando il movente, per quanto non condivisibile, affonda le sue radici in una concezione dell'onore familiare e del rispetto di precetti religiosi, che non possono essere considerati futili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2850/2012 CORTE APPELLO di MILANO, del 07/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/12/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) del foro di Milano.

RILEVATO IN FATTO

Con sentenza in…

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