Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13549 del 4 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:13549PEN

Massima

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Il diritto di cronaca e di critica, pur essendo un diritto costituzionalmente garantito, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui. Pertanto, l'esercizio di tale diritto deve mantenersi entro i confini della continenza espressiva e della verità oggettiva dei fatti, senza degenerare in affermazioni offensive e diffamatorie. Il giudice, nel valutare la lesività della condotta, deve accertare la sussistenza del dolo, inteso come volontà di adoperare espressioni idonee a offendere la reputazione altrui, con la consapevolezza della loro attitudine lesiva. Ove tali requisiti siano integrati, la condotta diffamatoria è punibile penalmente, a prescindere dalla veridicità della notizia, in quanto il diritto di cronaca e di critica non può essere esercitato in modo da travalicare i limiti della tutela della reputazione individuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfon - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. AL. N. IL (OMESSO);

2) M. A. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1898/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 16/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALFONSO AMATO;

udito il P.G. in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'ann.to c.r..

MOTIVI DELLA DECI…

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