Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6223 del 15 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:6223PEN

Massima

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Il termine utilizzato, pur potendo avere più significati, deve essere valutato nel contesto specifico in cui è stato impiegato, al fine di accertare se abbia effettivamente assunto una valenza offensiva e lesiva dell'onore e della reputazione della persona offesa. Pertanto, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la propria valutazione circa la natura ingiuriosa dell'espressione, senza limitarsi a un generico riferimento al contesto, ma esaminando attentamente tutti gli elementi del caso concreto, al fine di verificare se l'utilizzo del termine contestato integri effettivamente il reato di ingiuria. Inoltre, qualora sia stata dedotta la scriminante della provocazione, il giudice deve esaminare attentamente le circostanze del caso per valutare se tale esimente sia applicabile, motivando in modo esaustivo le ragioni del suo eventuale rigetto. Il rispetto di tali principi è essenziale per assicurare il corretto accertamento della responsabilità penale e garantire il diritto di difesa dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossell - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1075/2013 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 08/10/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO PAOLO GIOVANNI;
Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. DELEHAYE Enrico, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso. Per il ricorrente e' presente l'Avvocato (OMISSIS), il quale insiste per l'ac…

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