La normativa comunale che individua una sola area del territorio comunale come esclusiva per l'installazione di nuove stazioni radio base per telefonia cellulare, senza prevedere la possibilità di una localizzazione alternativa che assicuri la copertura di rete, è illegittima in quanto si traduce in un divieto generalizzato di installazione in contrasto con l'interesse pubblico alla capillare distribuzione del servizio di telecomunicazioni sul territorio. Analogamente, sono illegittime le prescrizioni comunali che introducono criteri distanziali generici ed eterogenei, come il divieto di installazione entro 100 metri da qualsiasi edificio destinato ad uso residenziale o produttivo, in quanto tali limitazioni alla localizzazione, anziché disciplinare il corretto insediamento urbanistico, si pongono in contrasto con il carattere di pubblica utilità degli impianti di telecomunicazione, riconosciuto dalla legge. I Comuni possono invece individuare criteri localizzativi degli impianti, come divieti di installazione in specifiche aree di pregio o in prossimità di siti sensibili, purché sia comunque garantita una localizzazione alternativa che assicuri la copertura di rete. Inoltre, il provvedimento di diniego deve essere adeguatamente motivato, in particolare in relazione alla verifica della distanza minima da edifici sensibili, senza limitarsi a valutazioni generiche e dubitative.