Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15956 del 16 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15956PEN

Massima

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Il reato continuato richiede l'accertamento di un disegno criminoso unitario, che cementifichi i diversi episodi delittuosi, non essendo sufficiente la mera reiterazione della condotta in un arco temporale non ristretto, né la sola analogia criminogena o la prossimità geografica dei fatti. L'onere di allegare elementi specifici e concreti a sostegno dell'unicità del disegno criminoso incombe sull'istante, non essendo rilevanti mere situazioni soggettive come la necessità economica o la generica propensione a delinquere. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'istituto del reato continuato, deve attenersi a tali principi, non potendo desumere l'unicità del disegno criminoso dalla sola contiguità temporale o dalla analogia criminogena dei fatti, indici piuttosto di abitualità criminosa che di attuazione di un medesimo progetto unitariamente concepito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Ji. Mo., n. il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 30 settembre 2008 - Corte di Appello di Venezia;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

lette le conclusioni del Pubblico Ministero, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza in data 30 settembre 2008, depositata in cancelleria in pari data, la Cor…

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