Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15675 del 21 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:15675PEN

Massima

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Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese e il divieto di accesso al territorio di un comune, con possibilità di autorizzazione giudiziale, rappresentano misure cautelari proporzionate e adeguatamente motivate al fine di impedire la reiterazione del reato di atti persecutori, anche quando le condotte ascrivibili all'indagato siano limitate all'invio di messaggi a distanza, in quanto il giudice può ragionevolmente correlare tali misure all'obiettivo di proteggere le vittime anche al di fuori del comune di residenza, ove si concentri la maggior parte dei luoghi da esse frequentati, realizzando un concreto bilanciamento tra le esigenze cautelari e gli interessi personali e patrimoniali dell'indagato, che può ottenere l'autorizzazione per accedere al comune ove necessario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 17/07/2019 del TRIB. LIBERTA' di FIRENZE;
udita la relazione svolta dal Consigliere CATERINA MAZZITELLI;
sentite le conclusioni del PG TOMASO EPIDENDIO, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Nell'interesse di (OMISSIS) viene proposto ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del 17 - 22 luglio 2019, con la quale il Tribunale di Firenze, rigettando la richies…

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