Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31300 del 1 agosto 2012

ECLI:IT:CASS:2012:31300PEN

Massima

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L'imbrattamento di beni immobili, anche se non di proprietà del soggetto passivo del reato, integra il delitto di cui all'art. 639 c.p. e comporta la responsabilità penale dell'autore, con conseguente obbligo di risarcimento del danno in favore del soggetto che ha la disponibilità giuridica del bene. La modifica normativa intervenuta con la legge n. 94 del 2009, che ha soppresso il riferimento ai beni immobili nella fattispecie base dell'art. 639 c.p., non ha depenalizzato tale condotta, ma l'ha sanzionata più gravemente attraverso l'introduzione di una ipotesi aggravata, applicabile anche nel caso in cui il fatto sia commesso su beni immobili. Pertanto, la pena inflitta all'imputato per l'imbrattamento di un capannone industriale in uso a terzi, pur essendo inferiore ai nuovi limiti edittali, risulta legittima in virtù del principio di continuità normativa. Inoltre, il danneggiato può essere risarcito non solo per la lesione del diritto di proprietà, ma anche per la violazione dei diritti personali di godimento sul bene, indipendentemente dalla titolarità formale dello stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1 emessa in data 11 gennaio 2011 dal Tribunale di Chieti;

Sentita la relazione svolta in pubblica udienza dal Consigliere Dott. Cosimo D'Arrigo;

udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Aniello Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

sentito l'avv. (OMISSIS), difensore di fiducia della…

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