La diffamazione a mezzo stampa o radio, aggravata dall'attribuzione di un fatto determinato ritenuto falso, comporta l'applicazione della pena detentiva, in assenza di circostanze attenuanti generiche, in quanto tale sanzione, pur incidendo sulla libertà di espressione, risulta proporzionata e necessaria alla tutela della reputazione altrui quando la condotta diffamatoria sia connotata da particolare gravità, come nel caso di reiterazione della condotta nell'arco di più anni, di ampia diffusione della divulgazione, di utilizzo di espressioni particolarmente offensive e di rilevante danno all'immagine della persona offesa. Il giudicato formatosi sulle precedenti pronunce non esclude la configurabilità dell'aggravante dell'attribuzione di un fatto determinato, qualora tale elemento sia stato contestato nell'imputazione e non sia stato espressamente escluso dalle sentenze precedenti, anche laddove la critica giornalistica, pur essendo ritenuta legittima nel suo nucleo essenziale, sia stata ritenuta espressa in modo eccedente i limiti della continenza.