Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di concessione edilizia per la demolizione e ricostruzione di un fabbricato, ha affermato che: 1) La normativa regionale vigente al momento del rilascio della concessione edilizia consentiva la demolizione e ricostruzione del volume del preesistente edificio, anche se parzialmente demolito, in quanto esistente prima dell'entrata in vigore della legge n. 765/1967, senza che ciò integrasse una violazione dell'art. 34 delle NTA del regolamento edilizio comunale che limita gli interventi di demolizione e ricostruzione al rispetto dei volumi e delle superfici esistenti. 2) Il computo della volumetria esistente, ai fini del rispetto del limite di cui all'art. 34 NTA, deve tenere conto anche della cubatura interrata, in quanto prevista dall'art. 23.11 delle medesime NTA come computabile ai fini della nuova edificazione. 3) La mancanza di uno spazio di isolamento di circa un metro tra i fabbricati confinanti, nonché l'assenza di pareti finestrate o finestrate/cieche che si fronteggiano, anche parzialmente, comportano il rispetto delle distanze tra edifici previste dall'art. 9 del D.M. 1444/1968 e dall'art. 27.2 delle NTA del PRG comunale. Pertanto, in presenza di tali circostanze, il rilascio della concessione edilizia per la demolizione e ricostruzione del fabbricato non integra alcuna violazione delle norme urbanistiche ed edilizie richiamate nel ricorso, con conseguente rigetto dello stesso.