Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22361 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22361PEN

Massima

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La pronuncia di frasi offensive e discriminatorie nei confronti di uno straniero, pur se espressione di un contrasto personale, non integra automaticamente gli estremi di un reato aggravato da finalità di discriminazione razziale, in assenza di elementi concreti che dimostrino l'effettiva sussistenza di tale finalità. Il giudice, nel valutare la rilevanza penale di tali condotte, deve attenersi a un'interpretazione rigorosa e restrittiva delle norme che prevedono circostanze aggravanti, evitando di desumere la sussistenza di finalità discriminatorie da mere espressioni verbali prive di un chiaro e inequivocabile contenuto razzista o xenofobo. La qualificazione giuridica di un fatto come reato aggravato da finalità di odio razziale richiede la dimostrazione di elementi oggettivi e concreti, non potendo essere fondata su mere presunzioni o su un'interpretazione estensiva delle fattispecie incriminatrici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ANCONA;

nei confronti di:

1) CA. FI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/05/2007 GIUDICE DI PACE di FABRIANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI Giovanni…

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