Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37589 del 2 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:37589PEN

Massima

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Il tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui agli artt. 56 e 319-quater c.p. si configura quando il pubblico ufficiale, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, prospetta al privato il compimento di un atto d'ufficio contra ius (come l'elevazione di una sanzione amministrativa) al fine di indurlo a dare o promettere una somma di denaro o altra utilità, senza tuttavia che tale promessa o dazione si perfezioni per la resistenza opposta dal privato, il quale si rivolge immediatamente alle autorità. In tale ipotesi, il reato si consuma nella forma del tentativo, a prescindere dal conseguimento di un indebito vantaggio da parte del privato, essendo sufficiente l'abuso del pubblico ufficiale e la sua condotta induttiva, pur non realizzatasi nella promessa o dazione effettiva. La minaccia del pubblico ufficiale, pur esercitando una pressione morale sulla vittima, non deve tuttavia raggiungere un livello di intensità tale da annientare totalmente la sua libertà di autodeterminazione, dovendosi mantenere entro i confini della mera persuasione, sia pure abusiva. Inoltre, il vantaggio patrimoniale preteso dal pubblico ufficiale, pur non dovendo essere di minima entità, non deve necessariamente essere di rilevante gravità per escludere l'applicabilità della circostanza attenuante di cui all'art. 323-bis c.p. Infine, il privato che resiste alle illecite pressioni del pubblico ufficiale e si rivolge alle autorità mantiene la veste di vittima, con conseguente diritto al risarcimento del danno morale, la cui liquidazione, rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CRISCUOLO Mauro - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - rel. Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza 16/01/2017 della Corte d'appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Alessandra Bassi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo che la sentenza sia annullata con rinvio relativamente al trattamento sanzionatorio, previa qualificazione del reato contestato in quello di tentata con…

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