Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8013 del 26 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:8013PEN

Massima

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Il diritto di critica giornalistica, pur ampio, trova un limite nel rispetto della verità dei fatti riportati e nell'interesse pubblico all'informazione, non potendo essere esercitato attraverso la diffusione di notizie false o gravemente distorte, anche se presentate come opinioni, che ledano ingiustamente la reputazione altrui. Pertanto, la pubblicazione di articoli contenenti affermazioni non veritiere e prive di rilevanza pubblica, che attribuiscano indebitamente a soggetti pubblici condotte illecite o comunque lesive della loro immagine, integra il reato di diffamazione a mezzo stampa, non potendo essere giustificata dall'esercizio del diritto di critica. Inoltre, il direttore responsabile di un giornale è penalmente responsabile per il reato di diffamazione commesso attraverso la pubblicazione di articoli a lui riconducibili, in virtù della posizione di garanzia che su di lui grava in relazione al controllo dei contenuti diffusi, salvo che dimostri di aver adottato tutte le cautele necessarie per impedire la commissione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) NU. GI. , N. IL (OMESSO);

2) FE. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 308/2005 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 12/03/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per ann. s.r. per remissione querela.

Udito il difensore Avv. S. Lo Giudice.

RITENUTO IN…

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