Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20642 del 1 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20642PEN

Massima

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Il reato di ricettazione si configura anche in assenza di una esplicita dichiarazione sulla provenienza illecita del bene, essendo sufficiente l'omessa o non attendibile indicazione della provenienza, quale comportamento rivelatore della volontà di occultamento e, quindi, della consapevolezza della provenienza delittuosa. Il dolo eventuale è altresì configurabile nel delitto di ricettazione, in quanto il soggetto agente, pur non avendo la certezza della provenienza illecita del bene, accetta consapevolmente il rischio che questo possa essere provento di reato. Il giudice di merito può pertanto fondare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di ricettazione sulla base di elementi indiziari, quali l'omessa o non credibile indicazione della provenienza del bene, che rivelino la volontà di occultamento e, quindi, la consapevolezza della sua origine delittuosa. Ciò in quanto il dolo, anche nella forma eventuale, è compatibile con il delitto di ricettazione e può essere desunto da circostanze oggettive, senza che sia necessaria una confessione o una dichiarazione espressa dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro A. - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. MANNA Anton - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ar. Gi. ;

avverso la sentenza 3.3.09 della Corte d'Appello di Firenze;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza 3.3.09 la Corte d'Appello di Firenze…

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