Cassazione penale Sez. V sentenza n. 53711 del 29 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:53711PEN

Massima

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Il diritto di critica del cittadino verso l'operato di un pubblico amministratore è legittimo, purché rispetti i parametri di veridicità del fatto e continenza espressiva. La verità dei fatti riportati e la continenza nell'esposizione, anche quando si attribuiscano gravi reati a un pubblico ufficiale, integrano gli estremi del legittimo esercizio del diritto di critica, che non configura il reato di diffamazione. Il giudice di merito ha il potere esclusivo di valutare la sussistenza di tali requisiti sulla base delle risultanze istruttorie, senza che la Corte di Cassazione possa procedere a una nuova valutazione probatoria, se non in presenza di vizi logici o di travisamento della prova. L'onere di indicare specificamente gli atti processuali posti a fondamento di un diverso apprezzamento dei fatti grava sui ricorrenti, a pena di inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Mar - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio;
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS), parte civile;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/11/2017 del TRIBUNALE di SONDRIO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Elisabetta Maria Morosini;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. Fimiani Pasquale, che ha concluso chiedendo l…

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