Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22013 del 22 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:22013PEN

Massima

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Il dolo generico, anche nella forma del dolo eventuale, è sufficiente per integrare il delitto di ingiuria, essendo irrilevante l'effettiva sussistenza di un animus iniuriandi vel diffamandi, in quanto è sufficiente che l'agente abbia consapevolmente utilizzato espressioni socialmente interpretabili come offensive, a prescindere dalla specifica intenzione di offendere la persona offesa. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, non è necessario che l'agente abbia agito con l'intento di offendere la persona offesa, essendo sufficiente che egli abbia consapevolmente impiegato parole ed espressioni che, secondo il comune sentire, assumono un significato offensivo, a prescindere dalla specifica finalità perseguita. Ciò in quanto il delitto di ingiuria tutela l'onore e il decoro della persona offesa, a prescindere dalla sussistenza di un animus iniuriandi vel diffamandi da parte dell'agente. Inoltre, l'individuazione del giudice competente per materia deve essere operata sulla base della fattispecie incriminatrice concretamente contestata all'imputato, senza che ciò comporti, in astratto, alcun pregiudizio per quest'ultimo, atteso che, anche in caso di giudizio davanti a un giudice diverso dal giudice di pace, trovano comunque applicazione le disposizioni più favorevoli previste dal d.lgs. n. 274 del 2000.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 26/04/2012 della Corte d'appello di Milano R.G. n. 46/2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Milano, in …

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