Il bilancio di un ente pubblico territoriale, in quanto documento rappresentativo di dati contabili e finanziario-patrimoniali, costituisce atto pubblico suscettibile di falsificazione ideologica. Il reato di falso ideologico in atto pubblico può essere integrato dalla formazione di bilanci preventivi e consuntivi che, attraverso l'inserimento di previsioni di entrata sovrastimate, di spesa sottostimate, l'omissione di debiti fuori bilancio e altre irregolarità contabili, determinano una rappresentazione non veritiera della situazione finanziaria dell'ente. L'elemento soggettivo del reato di falso ideologico sussiste quando gli amministratori e i funzionari responsabili della redazione del bilancio agiscano con la consapevolezza di alterare la reale situazione economico-finanziaria dell'ente, al fine di evitare il dissesto finanziario e le conseguenti responsabilità. Il mancato riconoscimento tempestivo dei debiti fuori bilancio, nonostante la loro emersione a seguito di un censimento, integra il reato di falso ideologico, in quanto determina l'occultamento di passività e la rappresentazione di un equilibrio di bilancio meramente fittizio. Anche i revisori dei conti, qualora attestino falsamente la congruità delle previsioni di bilancio e la corrispondenza del rendiconto alle risultanze di gestione, nonostante fossero a conoscenza delle gravi anomalie riscontrate dalla Corte dei Conti, concorrono al reato di falso ideologico.