Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32784 del 27 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32784PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La gravità della minaccia penalmente rilevante deve essere valutata dal giudice di merito avendo riguardo al tenore delle espressioni verbali utilizzate e al contesto complessivo in cui la condotta minatoria si è sviluppata, al fine di verificare se e in quale misura essa abbia ingenerato timore o turbamento nella persona offesa. Rilevano pertanto l'insieme delle circostanze concrete nelle quali la minaccia è stata commessa e le condizioni particolari in cui si trovano i soggetti del reato, senza che sia necessario un'autonoma e specifica motivazione in ordine all'entità del turbamento provocato nella vittima. Il giudizio sulla sussistenza della "particolare tenuità del fatto" ai sensi dell'art. 131-bis c.p. è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/12/2014 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 13/05/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANTONIO SETTEMBRE;
Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. Corasaniti Giuseppe, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito, per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), che ha chiesto…

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