Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13533 del 31 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13533PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione del pensiero, pur essendo costituzionalmente garantito, trova un limite nel rispetto della dignità e dell'onore altrui. Pertanto, l'esimente della provocazione di cui all'art. 599 c.p. non può essere invocata per giustificare espressioni offensive e ingiuriose, anche se pronunciate in un contesto di conflittualità, quando le stesse eccedano manifestamente il diritto di critica e risultino prive di ogni ragionevole collegamento con il fatto che le ha originate. In tali casi, la condotta dell'agente integra il reato di ingiuria di cui all'art. 594 c.p., essendo irrilevante la mancata assunzione di una prova testimoniale ritenuta non decisiva dal giudice di merito nell'esercizio del suo potere discrezionale di ammissione e valutazione delle prove.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Hu. In. , nata il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 5-6-06 dal Tribunale di Genova.

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore, avv. Paol…

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