Il reato di falsità materiale in atti pubblici, commesso mediante l'alterazione dell'importo di effetti cambiari, si prescrive nel termine massimo di sette anni e sei mesi dalla data della sua consumazione, senza che ricorrano i presupposti per l'applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 129 c.p.p., comma 2. Pur essendo il reato estinto per prescrizione, il giudizio di legittimità sulla sentenza di condanna deve comunque essere svolto ai fini della decisione sulle statuizioni civili, con il rigetto del ricorso laddove la motivazione della pronuncia impugnata risulti congrua ed esente da vizi logici e giuridici, senza che il giudice di legittimità possa procedere a una rivalutazione delle risultanze probatorie. La rinnovazione, anche parziale, del dibattimento ha carattere eccezionale e può essere disposta solo quando il giudice ritenga di non poter decidere allo stato degli atti, essendo altrimenti preclusa in presenza di una motivazione che ne giustifichi il rigetto per superfluità dell'atto da assumere.