Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23246 del 4 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23246PEN

Massima

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Il diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero trova un limite nel divieto di diffamazione, che ricorre quando vengono attribuiti ad altri fatti lesivi della reputazione, anche se espressi in forma di opinione o di giudizio, senza che ricorrano i presupposti della verità del fatto o del diritto di cronaca. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica non può spingersi fino al punto di ledere ingiustamente la reputazione altrui, dovendo essere contemperato con il diritto della persona offesa al rispetto della propria immagine e onorabilità. In particolare, l'attribuzione di fatti non veri, anche se formulata in forma di opinione, integra il reato di diffamazione qualora sia idonea a ledere la reputazione della persona offesa, senza che possa essere invocata a giustificazione la provocazione derivante da precedenti dichiarazioni della stessa persona offesa, le quali non possono legittimare l'esercizio del diritto di critica in modo eccessivo e sproporzionato. Inoltre, la valutazione della gravità della condotta diffamatoria ai fini della commisurazione della pena deve tenere conto dell'intensità del dolo e dell'effettivo pregiudizio arrecato alla reputazione della persona offesa, anche in considerazione della risonanza della vicenda nella comunità locale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA G. - rel. Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 373/2011 CORTE APPELLO di MESSINA, del 16/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAPALORCIA GRAZIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS), sost. Avv. (OMISSIS);

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