Il diritto di uso civico gravante su un bene demaniale prevale sul diritto di prelazione agraria di cui all'art. 4-bis della legge n. 203/1982, in quanto il godimento individuale di un terreno demaniale di uso civico, temporaneamente non utilizzato dalla comunità, può essere consentito a privati solo con carattere precario e temporaneo, essendo preclusa l'applicazione delle speciali disposizioni vincolistiche dei rapporti agrari, al fine di non precludere all'Amministrazione la possibilità di condizionarne la continuazione e la rinnovazione alla compatibilità, in concreto, con la destinazione ad uso civico del terreno. Pertanto, in presenza di una richiesta di esercizio di uso civico, la pubblica amministrazione non può dare applicazione alla prelazione agraria, dovendo invece consentire all'avente diritto di esercitare il diritto di uso civico sul bene demaniale. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente, applicabile a casi analoghi e contiene le principali argomentazioni e ragionamenti presenti nella sentenza, sviluppandoli in modo articolato su almeno 10 righe.