Cassazione penale Sez. I sentenza n. 50414 del 7 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50414PEN

Massima

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Il reato di violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno si configura quando l'imputato, sottoposto a tale misura di prevenzione, mantenga un'abituale frequentazione con soggetti pregiudicati, in modo incompatibile con il verificarsi di fatti solo occasionali. La motivazione della sentenza di condanna deve spiegare specificatamente le ragioni per cui i rapporti di parentela o le esigenze di mobilità dell'imputato non possono giustificare tale abituale frequentazione, in quanto comunque realizzata in violazione consapevole delle prescrizioni imposte. La configurazione del reato non richiede la prova di una serialità di comportamenti di aggregazione, essendo sufficiente l'accertamento di una frequentazione abituale, oggettivamente incompatibile con il rispetto delle prescrizioni, a prescindere dalle intenzioni dell'imputato o dalla pericolosità sociale dei soggetti frequentati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/09/2017 della Corte di appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. BINENTI Roberto;
sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa ZACCO Franca, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanzaro, con la sentenza indicata in epigrafe, in riforma di …

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