Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30210 del 16 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:30210PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso e intimidatorio nei confronti di una persona, anche se motivato da ragioni personali o da un pregresso conflitto, integra il reato di minaccia e non può essere considerato di particolare tenuità ai fini dell'applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p., in quanto la gratuità e l'obiettiva valenza intimidatoria delle espressioni utilizzate rendono la condotta di rilevante offensività, a prescindere dalle ragioni soggettive che hanno indotto l'autore a tenere tale comportamento. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'art. 131-bis c.p., deve considerare non solo la modesta entità del fatto, ma anche l'assenza di un concreto pericolo per il bene giuridico tutelato, la mancanza di pregressi episodi di violenza e la non abitualità della condotta, elementi che nel caso di specie non ricorrono. Inoltre, il giudice non è tenuto ad accogliere richieste di differimento dell'udienza formulate in modo generico e senza indicare un orario preciso, in quanto ciò renderebbe impossibile un'adeguata organizzazione del lavoro e non consentirebbe di garantire il rispetto del principio di ragionevole durata del processo. Infine, eventuali ritardi nel deposito della motivazione della sentenza, pur potendo incidere sulla tempestività della decisione, non determinano nullità del provvedimento, in assenza di una specifica previsione di legge in tal senso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dal Giudice di pace di Rho in data 19/02/2016;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa Loy Maria Francesca, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il di…

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