Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50865 del 4 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:50865PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta minacciosa, pur finalizzata all'esercizio di un preteso diritto, assume una tale forza intimidatoria da andare oltre il ragionevole intento di far valere tale diritto, coartando l'altrui volontà in modo ingiusto e trasformandosi in una condotta estorsiva. Pertanto, integra il delitto di estorsione e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni la condotta di chi, pur agendo per esigere un credito, lo faccia mediante minacce e modalità tali da eccedere i limiti del legittimo esercizio di un diritto, assumendo i caratteri dell'ingiustizia e della costrizione della volontà altrui. La gravità delle minacce e il comportamento tenuto dall'imputato, anche qualora fosse provato che egli abbia agito per esercitare un suo diritto di credito, escludono la possibilità di qualificare il fatto come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, configurandosi invece il reato di estorsione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto in data 23.04.2014 da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS) e dall'avv. (OMISSIS), e nell'interesse dello stesso (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, prima sezione penale, n. 3383/2010 in data 15.03.2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

sentita la relazione della causa fatta dal consigliere dott. Andrea Pellegrino;

udita la requisitoria del sostituto procuratore g…

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