Il piano urbanistico comunale (PUC) costituisce lo strumento di pianificazione territoriale di competenza del Comune, volto a disciplinare l'uso e la trasformazione del territorio comunale secondo criteri di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e razionale organizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture. Nell'adozione e approvazione del PUC, il Comune è tenuto a rispettare i principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché a garantire la tutela degli interessi pubblici e privati coinvolti. In particolare, gli amministratori comunali che si trovino in situazione di conflitto di interessi devono astenersi dal partecipare alle relative deliberazioni, al fine di evitare che le scelte urbanistiche siano influenzate da interessi personali. Tuttavia, l'eventuale violazione dell'obbligo di astensione da parte di taluni amministratori non determina l'automatica caducazione dell'intero PUC, ma vizia unicamente le parti concernenti i suoli interessati dal conflitto di interessi. Pertanto, il proprietario di un'area inclusa nel PUC può contestare la relativa disciplina urbanistica solo se dimostra che l'interesse personale dell'amministratore in conflitto abbia arrecato o potuto arrecare un diretto pregiudizio anche ai propri fondi. Inoltre, il Comune, nell'adozione e approvazione del PUC, deve recepire le prescrizioni e i pareri resi dalle autorità competenti (Provincia, Regione, Ministeri), senza che ciò comporti necessariamente la riadozione integrale dello strumento urbanistico, essendo sufficiente il mero recepimento delle indicazioni impartite. Tuttavia, il Comune deve assicurare il pieno adeguamento del PUC alle prescrizioni non self-executing, al fine di garantirne l'effettiva attuazione. Infine, le scelte di pianificazione urbanistica rientrano nella discrezionalità tecnico-amministrativa del Comune, il quale deve operare un bilanciamento tra i diversi interessi pubblici e privati coinvolti. Pertanto, le censure relative a singoli aspetti di impostazione generale del PUC, quali la capacità edificatoria attribuita ad aree produttive, la determinazione del fabbisogno residenziale, l'ampliamento del centro abitato o la modifica delle destinazioni d'uso, sono ammissibili solo se il ricorrente dimostra un interesse qualificato e specifico, connesso alla propria situazione proprietaria, e non possono fondarsi su meri rilievi di genericità ed esploratività.