Cassazione civile Sez. I ordinanza n. 22275 del 4 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:22275CIV

Massima

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Il diritto alla libertà di religione, costituzionalmente garantito, impone che il timore di persecuzione per motivi religiosi, fondato su fatti oggettivi di privazione della libertà personale e di minacce da parte delle autorità dello Stato di origine per il solo esercizio di un culto non espressamente riconosciuto, debba essere ritenuto sufficiente per il riconoscimento dello status di rifugiato, senza che possa essere ragionevolmente preteso dal richiedente il compimento di atti di adesione a culti riconosciuti dallo Stato, in quanto tale pretesa si porrebbe in contrasto con il principio di diritto affermato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea secondo cui, nell'esaminare una domanda di protezione internazionale, le autorità competenti non possono ragionevolmente aspettarsi che il richiedente rinunci, una volta tornato nel Paese di origine, al compimento di atti religiosi che lo espongano a rischio effettivo di persecuzione secondo il culto cui aderisce.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMPANILE Pietro - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. SOLAINI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso n. 16692/2020 proposto da:
(OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS) presso lo studio dell'avv. (OMISSIS), che lo rappresenta e difende, per procura speciale estesa in calce al ricorso;
- ricorrente -
contro
MINISTERO DELL'INTERNO, in persona del Ministro pro tempore;
- intimato -
avverso la sentenza n. 7846/2019 della CORTE DI APPELLO di ROMA del 16 dicembre 2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 16 aprile 2021 dal relatore ((omissis)).
FATTI DI CAUSA

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